Zecche Palermo
(Ixodidae o "zecche dure" e Argasidae o "zecche molli")
Gli Ixodidae, comunemente noti come "zecche dure", sono una famiglia di aracnidi caratterizzati dalla presenza di uno scudo dorsale chitinoso in tutti gli stadi di sviluppo.
Lo scudo copre tutto il dorso nel maschio, mentre nella femmina è presente solo anteriormente. La parte posteriore del corpo della femmina è costituita da tessuto elastico che consente l'ingestione di grosse quantità di sangue.
Gli occhi sono assenti nei generi Ixodes e Haemaphysalis, presenti negli altri. Il ciclo biologico degli Ixodidae consta di quattro stadi: uovo, larva, ninfa, adulto.
Per passare da uno stadio all'altro la zecca necessita di un pasto di sangue, che può compiere su uno stesso ospite (parassiti monoxeni) o, più frequentemente, su due o più ospiti (dixeni e eteroxeni), essendo generalmente il primo ospite (per larva e ninfa) roditore, uccello o rettile ed il secondo ospite (per la zecca adulta) un mammifero, soprattutto bovini ed equini.
Il ciclo vitale si compie mediamente in un anno (talvolta si hanno due generazioni in un anno).
Argasidi: zecche molli
Le principali differenze con le zecche dure si osservano per via del differente sviluppo: le zecche molli si sviluppano attraverso numerosi stadi ninfali.
Entrambe le specie possono essere molto pericolose, a Palermo come in tutta la Sicilia si registrano sempre piu casi di morsi di zecche sia ad uomini che animali, con relative complicanze quali febbre alta e a volte anche letale se non riconosciuta in tempo.
La puntura della zecca di solito non si avverte. Spesso ci si accorge della presenza del parassita a che dopo alcuni giorni dall’attacco perché se ne percepisce la presenza al tatto passando la mano in zone del corpo non visibili come nuca, cute, schiena e lato posteriore delle gambe.
Cosa Fare
Poiché la zecca si fissa all’epidermide dell’ospite con una sostanza adesiva che indurisce, detta “cemento”, la sua rimozione non è facile. Inoltre il rischio di tirare via malamente la zecca potrebbe provocarne la rottura facendo rimanere il rostro nella pelle con rischio di infezione. Per tali motivi si consiglia di afferrare la zecca infissa nella pelle con una pinzetta a punte piatte e di ruotarla tirando leggermente ma con decisione fino ad estrarla.
Data la possibilità che le zecche veicolino patogeni, è consigliabile comunque rivolgersi a un medico, soprattutto quando ci accorge della presenza del parassita alcuni giorni dopo la data a cui si può far risalire l’attacco.
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